Un uomo non è mai realmente seduto su un mezzo pubblico: sta semplicemente tenendo in caldo il sedile in attesa di una signora che possa averne bisogno


venerdì 18 maggio 2012

Harris and friends...


Apprendo che la storica farmacia londinese D.R. Harris si è da poco potuta fregiare del Royal Warrant di Sua Graziosa Maestà Elisabetta II (per un approfondimento sul significato del Royal Warrant www.matteocantile.com): l’azienda già vantava il Sigillo Reale di Sua Altezza il Principe di Galles Carlo Windsor Mountbatten e può accreditarsi, ora, come importante farmacista di corte.
La lieta notizia mi invita a consigliarvi una passeggiata a St. James’s e Mayfair per un tour dedicato al settore:
D.R. Harris (29, St. James’s St.), è un vero farmacista: meno attenzione alle fragranze e maggiore riguardo alle proprietà chimiche e farmaceutiche dei prodotti;
Truefitt & Hill (71, St. James’s St.), il più antico barbiere del mondo: ottimo il range di prodotti per la rasatura, buona la scelta di colonie dai nomi altisonanti;
Geo F. Trumper (diverse sedi, quella principale 9, Curzon St., la più vicina a St. James’s, però, è 1, Duke of York St.), qualità elevatissima e ampia scelta di fragranze;
Taylor of Old Bond Street (74, Jermyn St.), goduriosa selezione di prodotti per la cura maschile.
Ognuno scelga in base alle proprie convinzioni: Lord Viber punta tutto su Truefitt & Hill ma ogni altra scelta non sarà sbagliata. 

sabato 12 maggio 2012

"Lucidiamo" la città!

Questo post è stato esplicitamente richiesto da un giovanotto, sentimentalmente legato alla "casata dai molti cognomi", caro amico di Lord Viber.
L'argomento ha un'importanza centrale, nell'ambito delle facezie delle quali ci occupiamo, perché completa, con l'attributo della cura, un'impeccabile presentazione.
Del resto la "cura - come sostiene Honorè de Balzac ne Il Trattato della Vita Elegante - è il sine qua non dell'eleganza" e la relazione che intercorre tra le nostre scarpe e la loro manutenzione è la dimostrazione tangibile del celebre aforisma.
In materia di calzature è indubbiamente valido il proverbio "chi più spende meno spende": la maggior parte dei consumatori del terzo millennio acquista uno o più paia di scarpe ad ogni cambio di stagione mentre i gentiluomini ancorati ad un sistema di valori che definiremo "classico" sono molto meno prolifici.
Una calzatura di buon livello (e non necessariamente di gran marca, giacchè esistono molti artigiani capaci, a prezzi ragionevoli, di virtuosismi sconosciuti alle griffe), amorevolmente mantenuta, sopravvive per anni e aggiunge alla sua bellezza estetica una propria storia personale.
Sul piano squisitamente esteriore, poi, una lucidatura profonda e una pelle costantemente ravvivata, garantiranno sempre al gentiluomo manufatti da mostrare con orgoglio.
Come ottenere, dunque, un simile risultato?
Posto che tutti i prodotti industriali di autolucidatura sono immorali, oltreché inefficaci e dannosi per le vostre amate scarpe, ecco la tecnica perfezionata da Lord Viber in decenni (egli ha da poco festeggiato il proprio 234esimo genetliaco) di prove ed errori. Altri gentiluomini avranno, magari, idee e approcci diversi al "cirage" anche se, in linea generale, più o meno tutti concorderanno sui principi di fondo.
Il primo passo per un lavoro ammirevole è un veloce risciacquo, con una pezzuola imbevuta di alcol denaturato (non utilizzate altri solventi che potrebbero corrodere irrimediabilmente la pelle), di tutta la tomaia. Con una spugnetta, sempre imbevuta di alcol, Lord Viber passa poi ad una sommaria politura della suola, che è molto più visibile di quanto non si creda (si pensi a una seduta con gambe accavallate).
A questo punto, con una spazzola spandi crema in setola, si passa all'applicazione del balsamo protettivo: il balsamo, colorato nella stessa tonalità della tomaia, deve essere di ottima qualità. La durata di un tubetto è notevole e qualche euro in più sarà facilmente ammortizzabile.
L'applicazione dovrà essere completa in tutti gli angoli della tomaia, con particolare attenzione alle cuciture e all'eventuale broguering (la lavorazione a "buchetti", qualora la calzatura sia una brogue): spazzolare fino a che, sul piano visivo, la calzatura non risulti pulita.
A questo punto, con una spazzola in crine di cavallo (non spaventatevi, il costo è contenuto), ripassate vigorosamente la tomaia.
Ora siete pronti per la lucidatura vera e propria: aprite una scatola di cera a pasta dura (anche in questo caso colorata della giusta tonalità) e passate sulla sua superficie una pezzuola imbevuta di alcol denaturato, in modo da "sporcare" abbondantemente la pezzuola con la cera. La stessa pezzuola, quindi, andrà passata in ogni angolo della tomaia. Se lo ritenete necessario ripetete l'operazione.
Ora riprendete la spazzola in crine di cavallo e passatela con grande vigore. La vostra scarpa sarà lucida e perfettamente pulita.
A questo punto, il tocco magico: chiedete alla vostra signora di regalarvi una calza in nylon dismessa (i classici collant). Con una forbice tagliatene una striscia, in modo da farne una pezza. Indossate le scarpe e, prima di uscire, sfregate con vigore la pezza di nylon sulla tomaia tenendo le due estremità. A quel punto, sulla superficie delle vostre scarpe, potrete perfino specchiarvi!
Questo è quanto.
Nota dedicata all'amico che ha commissionato il post: se Lord Viber ti rivede maneggiare un Calzanetto ti toglie il saluto!
Attenzione: questa è la procedura per la lucidatura delle calzature in pelle. Per le scamosciate, appuntamento al prossimo futuro.

venerdì 11 maggio 2012

Mettiamolo bene in chiaro!


In un mondo ideale non esistono camice scure: la camicia deve sempre essere più chiara della cravatta e della giacca. Non qualche volta. Sempre!
Mai camicie blu, nere (sic!) e, neppure, panna o giallino, che fanno tanto impiegatino di quart'ordine.
La camicia deve essere bianca (sempre, dopo le 20) e nelle varie gradazioni dell'azzurro chiaro.


In coniugazioni più sportive vanno bene i "bastoncini" e le "millerighe", anche declinate in altri colori chiari (come ad esempio il marroncino, alternato al bianco).


Perfette, per ambientazioni "country gentleman", le camicie a quadri fitti, dette "gingham", anche in toni "impegnativi" come il rosso (sempre alternati al bianco, naturalmente).
Maniche lunghe al polso (che sia ben coperto, cosi da spuntare di un centimetro dalla giacca, con il braccio in posizione estesa), colletto a seconda dei gusti: Lord Viber lo preferisce con un'alta pistagna, vele lunghe, non "incollate" (a tela libera, quindi morbide), con spazio cravatta, perfetto per un nodo mirabile o, più spesso, per un piccolo papillon.
Indirizzi? In qualsiasi città c'è un'ottima camiciaia: la sua maggior dote dovrà essere l'ascolto, la vostra, in qualità di committenti, l'eloquio. A Londra, nella celeberrima Jermyn St., c'è Turnbull & Asser (che ha realizzato le camicie che vedete in queste foto, in alto l'ingresso al negozio): qualità e cortesia ai massimi livelli ma oneste camiciaie che lavorano a tariffe molto meno impegnative possono garantire altrettanta soddisfazione. Per la scelta dei tessuti, a Genova, due indirizzi: "Crovetto" e "Rivara".

Anche in caso di pioggia


L'ombrello è, per un gentiluomo, un indispensabile complemento estetico. Figlio primogenito del bastone da passeggio, mirabile manufatto ormai in disuso o confinato a un'iperdandystica eccentricità, l'ombrello conferisce grazia e solennità a chi lo conduce nel suo incedere e non ha molto a che vedere con le condizioni meteorologiche avverse. Anzi, nella tradizione britannica l'ombrello non si srotola mai, neppure sotto la pioggia battente, lasciando a bombetta e impermeabile il compito di riparare il corpo dall'acqua.
Esistono creazioni artigianali di assoluto splendore e di grande qualità: il gentiluomo sceglierà un modello estremamente fine nella foggia, ad asta intera e dalle lunghe "balene". In questo modo il legame con il bastone resterà serrato.
In Italia, l'artigiano più conosciuto e capace è Mario Talarico, che realizza i suoi spettacolari ombrelli a Napoli. A Londra, Swaine Adeney & Brigg è il nome più celebre. James Smith & Sons, a cui si riferisce la fotografia, è invece un commerciante londinese (53, New Oxford St., fermata del Tube "Tottenham Court Road") che offre prodotti di altissima qualità.

Qua la mano

Un gentiluomo, in istrada, dovrà impegnarsi a sostenere la propria cartella in pelle o eventuali altri oggetti (fogli, occhiali...) sempre con la mano sinistra. La destra, infatti, deve restare preferibilmente libera, in modo da consentire in ogni momento, senza inestetiche acrobazie, eventuali saluti o strette di mano. Entrambe le mani impegnate sono, invece, inaccettabili, a meno che il gentiluomo non si sia temporanemante posto al servizio di una dama.